Presentazione di un anacronismo

Da un po' di tempo, mi sono accorto che non amo spiegare. Spiegare significa svelare: svelare è qualcosa che uccide l'immaginazione. Non è stato sempre così, a dire il vero: c' stato un periodo in cui apprezzavo descrivere perché e come avessi fatto una determinata cosa, sopratutto in ambito artistico. Poi ho cambiato prospettiva. Ho cominciato a pensare che illustrare qualcosa significa limitare chi ti ascolta, scegliendo apposta di non solleticare la sua fantasia: e invece quanto è più bello farlo! Una cosa, se meramente suggerita, assume un impatto tremendamente superiore su chi la ascolta, perché questa ha una forma indefinita, permettendo all'ascoltatore di plasmarla secondo la sua esperienza - "Incomplete thoughts are the most generous, because they allowed the listener to complete them", diceva uno stimato. 

Quindi nutro un certo sospetto verso la spiegazione. Eppure so che ci sono casi in cui non ci si può esimere: la presentazione di un nuovo spazio credo sia uno di questi. 

Ho aperto questo blog oggi; e siamo nell'anno 2020. Un blog nel 2020 è  cosa antiquata quanto portare il cilindro. E quindi, perché farlo, con tutti i mezzi di comunicazione che abbiamo a portata di mano? Una ragione penso sia questa, almeno per quanto mi riguarda: mi stuzzicava l'idea di poter avere uno spazio mio, unico e individuabile, dove avrei potuto scrivere di quell'argomento che mi interessa - si, perché sarà un blog monotematico. Uno spazio personalizzabile e raccolto, che non si mischiasse a tante altre cose, magari non solo mie. L'altra è che di questo argomento volevo scriverne; e scriverne, mi auguro, bene. Si è un po' persa per strada la forza della parola scritta,  del racconto puro e semplice, svicolato da immagini. Scrivere implica che qualcuno legga. E leggere non è propriamente un'attività che viva oggi di un gran simpatia. 

L'argomento è uno, ma per fortuna è vasto: la musica. Declinata in modo semplice; qui troverete delle brevi recensioni di dischi che ho ascoltato, che sto ascoltando; di cui mi sono invaghito o di cui mi sto invaghendo. Niente di più di questo. Non ci saranno limiti di genere (salvo quelli imposti dalle mie orecchie), né scritti a scadenza prestabilita. Scriverò quando vorrò. 

La musica l'ho, come tutti, ascoltata. Ma ho avuto anche la fortuna di farla - e continuo a farne tutt'ora. Ora mi piacerebbe scriverne. 

Mi rendo conto che recensire dischi è un modo di "spiegare"; una cosa che ho detto di non amare - almeno, in questo momento. E difatti c'ho pensato parecchio prima di iniziare. Tuttavia, me la cavo così: questi scritti non saranno "spiegazioni", ma saranno dei suggerimenti. 

(L'incoerenza rimane, 

lo so.) 

Con l'idea che magari quando e se tra 12 anni mi rileggerò, mi scapperà una risata imbarazzata. Ma è normale: si cresce. Ma non sai a che punto sei arrivato fino a che non ti rendi conto della strada che hai fatto. Ma la strada la devi percorrere, perché stare fermi non è un'opzione.

Io salpo.

  


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